Consiglio regionale, Gruppo PD: “L’inchiesta è l’esito finale e la conferma del fallimento politico e democratico di tutto il centrodestra. Bisogna chiudere questa brutta pagina e andare a nuove elezioni”
“Questa mozione di sfiducia – dichiara il capogruppo PD in Regione Liguria Luca Garibaldi dopo la presentazione della mozione di sfiducia – è stato un atto politico necessario, perché siamo di fronte a un centrodestra che ha perso completamente la capacità politica e di governo. L’inchiesta che ha colpito e decapitato questa Regione e il Porto, e che ha condizionato la capacità amministrativa del Comune di Genova è l’esito, che non sorprende, di un fallimento politico e gestionale di cui il centrodestra è causa da tempo. Una gestione della Regione condizionata da un’azione antidemocratica portata avanti da tutto il centrodestra. In questi anni sono stati ridotti gli spazi di discussione democratica perché questo centrodestra ha sempre avuto fastidio del confronto pubblico. Considerando le regole come un rallentamento, le comunità come un fastidio e costruendo una narrazione che ora è implosa. Il centro destra ha fallito politicamente e nella gestione pubblica, ancor prima dell’inchiesta. Un potere senza politica con una narrazione che funziona solo con i soggetti della cerchia delle loro relazioni, non per tutte le persone che sono stati chiamati a governare. È stata creata una coalizione di ‘inclusi’ che ha provocato una decrescita infelice per tanti e felice per pochi. Siamo arrivati al grado più basso dell’etica pubblica. E c’è un tema centrale che è anche quello della legalità, la presenza delle mafie non può essere tollerata in nessun ambito, ma dalle intercettazioni dell’inchiesta sono emersi presunti voti di scambio e accordi con esponenti di Cosa nostra mai stigmatizzati dal centrodestra. Il silenzio sul tema delle infiltrazioni mafiose è scandaloso. È giunto il momento di dare la parola ai liguri per garantire un futuro alla Regione”
“Uno degli emblemi del modello di malgoverno di Toti e di tutto il centrodestra in Regione – aggiunge il consigliere regionale PD Roberto Arboscello – è stata la gestione del trasferimento del rigassificatore a Vado-Savona, un modello che non ha previsto e non prevede alcun confronto: decisioni prese a tavolino calpestando i veri bisogni e le richieste di cittadini, territori, amministrazioni locali. Un modo di operare che è stato applicato anche nelle crisi industriali che hanno colpito la Liguria e il savonese in particolare. In tutti questi anni non è stata realizzata nessuna politica di rilancio aziendale. Nessuna vera azione di confronto dal basso con lavoratori, sindacati e aziende, mentre la precarietà ha messo e sta mettendo a repentaglio la qualità di vita e di lavoro di decine e decine di persone e famiglie. La Regione ha utilizzato un metodo di confronto i cui protagonisti erano pochi e privilegiati interlocutori, a volte prospettando decisioni arrivate dall’alto e prive di ogni concertazione. Senza contare le ripercussioni sulla sanità di questo metodo che ha contraddistinto tutto il centrodestra, complice di questo modello che abbiamo e continueremo sempre a contestare”.
“Il fallimento di Toti – osserva il consigliere regionale PD Enrico Ioculano – ha origini lontane ed è confermato dalla mancanza di risposte puntuali e chiare in aula a partire dai temi della sanità: nessuna risposta sulla messa a terra delle case comunità e sul personale necessario per farle funzionare, nessuna risposta alle liste d’attesa di neuropsichiatria infantile, con centinaia di bambini ancora in attesa. Una situazione aggravata anche da quanto emerso dalle intercettazioni dell’inchiesta dove la presunta manomissione dei dati delle vaccinazioni durante il Covid getta un’ombra sulla Regione e offre un quadro desolante che mette in cattiva luce la nostra Regione rispetto alle altre che, in quel periodo di emergenza, si erano anche private di vaccini a favore della Liguria sulla base però di numeri probabilmente truccati. Una situazione che ci indebolisce: con quale autorevolezza l’Assessore alla Sanità potrà contrattare con le altre Regioni le risorse del fondo sanitario. Toti e la sua maggioranza hanno fatto perdere credibilità alla nostra Regione e questo non è più accettabile, perché le conseguenze le pagheranno i liguri”.
“La sfiducia invocata oggi, al netto delle vicende giudiziarie, è una bocciatura netta a quanto non fatto in questi nove anni di governo a guida centrodestra. Scolmatore, Gronda, Terzo valico, Nodo ferroviario, raddoppio Ponente ligure, Aurelia bis, tunnel della Valfontanabuona, solo per citare alcune delle opere incompiute. Una sintesi di questi anni, fatti di promesse e annunci, conclusi con un nulla di fatto. In Liguria urge un cambio di passo. Ora.”, aggiunge il consigliere regionale PD Armando Sanna.
“Quella del centrodestra al governo della Liguria – conclude il consigliere regionale PD Davide Natale – è una stagione finita. Il fallimento è palese e la narrazione del fare si scontra ed è smentita dalla realtà con cui i cittadini liguri fanno i conti ogni giorno. In nove anni nessun progetto è stato portato a compimento: la sanità è in forte difficoltà, con ospedali promessi e mai realizzati; liste d’attesa infinite, nonostante interventi tampone che si sono rivelati nei fatti inutili e inefficaci; ambulatori territoriali annunciati e mai aperti; ed è sempre più chiara la tendenza e la volontà di una privatizzazione a scapito del Sistema sanitario pubblico. Questo fa il paio con un’idea di governo della cosa pubblica personalistica e a favore di pochi, con progetti calati dall’alto e imposti senza alcuna condivisione con i territori e assenza di visione. In questi nove anni la Liguria ha assistito a una costante e crescente fuga di giovani che abbandonano la regione per mancanza di prospettive e possibilità di crescita, una sconfitta per quella che è da sempre stata una regione trainante per l’economia e per lo sviluppo dell’intero Paese. È giunto il momento di cambiare pagina e ridare ai liguri la possibilità di scegliere e ridare dignità alle istituzioni”.