Salute
Partito Democratico
La salute prima di tutto. Tre proposte per salvare il Sistema Sanitario Nazionale..
Luca Garibaldi
La proposta di legge ha l’obiettivo di introdurre, in maniera sperimentale, una serie di nuovi strumenti regionali al fine di favorire l’autonomia delle nuove generazioni, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze d’accesso ai percorsi di autonomia presenti in maniera molto forte a livello italiano e, in particolare, nella nostra regione.
L’idea del Piano di Autonomia dei giovani parte proprio da qui: da una regione caratterizzata da profonde differenze basate sulla provenienza economica e sociale che disegna evidentemente due tipo di liguri, chi riesce ad avere opportunità di crescita e chi invece quelle opportunità non le ha. Tra chi avrà sicuramente più facilità ad arrivare ad un pieno e soddisfacente sviluppo della propria persona e chi, forse, dovrà rinunciare ai propri progetti e adeguarsi alle necessità. Gli elementi di maggiore differenziazione, purtroppo, sono insiti nella nostra vita e quindi sia dal tipo di scuola che un ragazzo frequenta, dalle amicizie di cui è circondato, dalle realtà dove cresce e dalle situazioni economiche, sociale ed educativa delle famiglie di provenienza. Queste differenze, presenti specialmente tra i giovani, porta la politica, non solo quelle a richiedere un maggiore sforzo e un maggiore impegno, ad oggi forse mai messo in campo in maniera totale ed adeguata, in modo che le grandi differenze infragenerazionali possano davvero essere ridotte.
La proposta, declinata in forma sperimentale sul piano regionale è quella di prevedere un Fondo per l’Autonomia delle nuove generazioni, che eroghi al compimento della maggiore età una dotazione economica in grado di poter accompagnare e rendere concreti i progetti di autonomia – lavorativa, formativa, e non solo.
L’obiettivo è quello di erogare un contributo economico massimo di 10.000 per i beneficiari che faranno parte di questo programma, riducendolo progressivamente con il migliorare delle condizioni economiche del nucleo familiare: le risorse vengono progressivamente accantonate all’interno di un Fondo, definito “Futura Umanità”, che accumula le risorse annuali necessarie per l’erogazione del contributo. Ma non solo, perché l’obiettivo è quello di non lasciare “immobilizzate” le risorse ma di fare del fondo anche uno strumento di garanzia e di investimento per alcuni tipi di azioni che sono “di cornice” e integrate all’autonomia delle nuove generazione. A partire dal tema dell’abitare, con il fondo di garanzia per l’acquisto di prima casa per le nuove generazioni ed il rafforzamento degli strumenti per l’affitto e la morosità incolpevole. Inoltre, il fondo può essere utilizzato per mettere in campo misure legate al diritto allo studio, come il finanziamento di borse di studio o meccanismi atti a calmierare gli affitti universitari sul libero mercato. Lo spettro di azioni su cui il Fondo può fornire elementi di garanzia e/o investimento poi possono riguardare sia il sostegno per le attività economiche/culturali delle nuove generazioni, forme di microcredito, nonché il recupero del patrimonio pubblico a fini associativi, culturali e aggregativi delle nuove generazione, oltre che dare una continuità al finanziamento del recupero dei beni confiscati alla mafia.
Quindi il Fondo può attivare percorsi di autonomia delle nuove generazione, con un ecosistema di misure che consentano di poter rendere effettivo questo diritto. Ruolo centrale nella definizione di questa strategia è rappresentato dal Patto per l’Autonomia, un documento di indirizzo politico-programmatico che il Consiglio Regionale delibera all’inizio della legislatura, con il parere, obbligatorio e non vincolante del Forum Regionale dei Giovani.
Per incentivare l’utilizzo di questo fondo, la legge propone l’introduzione di specifiche agevolazioni fiscali , sotto forma di credito di imposta IRAP, per i soggetti che vogliano aderire ai progetti di garanzia e autonomia, con l’istituzione quindi di un “Bonus futuro” che consenta di avere anche la possibilità di contributi privati.
In sede di prima applicazione, si prevede l’adozione di una sperimentazione del reddito di autonomia, a partire dalle zone a più alta marginalità sociale. Inoltre si definisce un percorso che consenta ai soggetti che beneficiano del contributo, di presentare un Piano Individuale di Azione, che consenta di conoscere gli utilizzi ipotizzati del fondo (risparmio, educazione, attività impresa, acquisto di beni).
In sintesi, la proposta nella nostra regione assume una rilevanza ancora maggiore: siamo la Regione con il maggior squilibrio tra le generazioni. Uno squilibrio che non si è mai configurato come una contrapposizione tra giovani e meno giovani, anzi: spesso alla mancanza di politiche pubbliche per le nuove generazioni si sono sostituite per chi può, le risorse delle famiglie d’origine, un “welfare familiare” a cui però tutti non possono accedere nella stessa misura e che rischia di produrre, proprio in questi momenti di crisi, maggiori disuguaglianze. La proposta di legge in esame intende mettere in campo alcune prime azioni, di carattere universalistico, per garantire l’accesso al futuro e all’autonomia delle nuove generazioni.
Scrivici cosa ne pensi, firma e condividi se pensi che la Giunta regionale debba approvare la nostra proposta di eredità d’autonomia!
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