Rigassificatore, dentro e fuori il consiglio la battaglia di un intero territorio non di una parte politica

Rigassificatore, Gruppo PD: “Dentro e fuori il consiglio la battaglia di un intero territorio non di una parte politica. Toti si assuma la responsabilità della sua scelta e fermi questa procedura. Nessuno può barattare la salute con una compensazione”

“Quella di oggi dentro e fuori il consiglio regionale non è la battaglia di un parte politica, ma di un intero territorio che, compatto e coeso, dice no al rigassificatore tra Vado e Savona e chiede rispetto. A prendere le distanze da questo progetto sono cittadini, categorie economiche, industriali. Gli stessi consigli comunali di Savona e Bergeggi, comprese le liste che sostengono Toti, hanno votato contro il rigassificatore. Questo conferma che non c’è nessuna strumentalizzazione politica, come invece Toti vorrebbe far credere, ma solo l’appello dei cittadini che chiedono la tutela della propria costa”, dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Arboscello relatore di minoranza durante il consiglio straordinario sul rigassificatore. 

“Non esiste nessuna motivazione tecnica – precisa Arboscello – per lo spostamento della nave Golar Tundra da Piombino a Savona, verrà spostata per una mera scelta politica, quella di Toti (come ha confermato in commissione), che deve assumersi le responsabilità di questa decisione che svende il territorio ligure e la sua costa per compiacere il governo. Con questa scelta il presidente ha tradito il suo mandato verso i liguri. Impone ai savonesi di sacrificarsi per un interesse solo personale e non per il bene comune, come invece vuol far credere. Non siamo più in emergenza climatica e non ci sono compensazioni o promesse di compensazioni che tengano quando al centro c’è la tutela delle persone; del mare; di un’area marina protetta e di un’economia che da tempo si è rilanciata puntando sul turismo. Nessuno può barattare la salute con una compensazione.

“Non si tratta di sindrome Nimbi: è inaccettabile criticare e puntare il dito contro un territorio che ospita due discariche, un porto tra i più importanti d’Italia, insediamenti produttivi di ogni genere e che non si è mai opposto alla sviluppo industriale e portuale e che sta cercando in tutti i modi e faticosamente di far convivere tutto questo con la vocazione turistica e l’ambiante. Savona non può essere il posto dove finisce tutto quello che il presidente Toti e il sindaco Bucci non vogliono. Savona non può essere la soluzione ai problemi di altri territori. Basta schiaffi”, conclude Arboscello.

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