Regione, Gruppo PD: “Sanità, lavoro, cultura, infrastrutture, la Liguria ha bisogno di un presidente in grado di dare risposte ai cittadini liguri, non di promesse vuote”
Di seguito le dichiarazioni dei consiglieri regionali del Partito Democratico durante il consiglio di oggi, giovedì 12 dicembre
“Alla lista della spesa e all’elenco del nulla presentato da Bucci – dichiara il capogruppo del PD in Regione Armando Sanna – rispondiamo con proposte concrete e chiediamo risultati in tempi certi a partire dalla sanità. Da sindaco del fare, come si è presentato, ma ha dimostrato di non essere, visto che ha basato l’avvio del suo governo sulla spartizione delle poltrone, un esempio per tutti, il Consiglio superiore di sanità ligure, chiediamo che il primo atto di questo governo sia che entro il 12 marzo le liste d’attesa vengano ridotte del 15 per cento e venga portato a termine almeno un quarto delle nuove assunzioni necessarie in sanità. Sarà capace di fare almeno questo? O riuscirà, visto il disastro della mobilità ligure, sia su gomma che su ferro, che nel giro di 6 mesi, come primo segnale, i treni per Milano arrivino con solo 8 minuti di ritardo? Visto che oggi, giornalmente, abbiamo soppressioni e ritardi che superano i 200 minuti. Ci sembrano richieste minime e assolutamente fattibili, il minimo necessario, in una regione dove sempre più persone rinunciano a curarsi, dove le infrastrutture sono al collasso e le opere, dal Terzo Valico alla Diga alla Gronda, sono ferme o in forte ritardo, l’entroterra è privo di servizi e la periferia di Genova è diventata un retro-porto della città e il lavoro è sempre più precario e povero. La situazione è drammatica e per questo faremo un’opposizione civile, seria, rigorosa ma durissima”.
“Questa è la giunta dei misteri – dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Davide Natale – su tanti argomenti e punti del programma non abbiamo nessun tipo di risposta. Non è stato mai detto e chiarito come sarà affrontato il tema delle liste d’attesa, la soluzione in 12 mosse, è rimasta nell’inchiostro sul comunicato stampa senza mai diventare concreta. La giunta ha detto che si sarebbe fatta sostenere dall’intelligenza artificiale e sono convinto che ne servirà molta. E ci domandiamo perché, se avevano la soluzione e sapevano tutto già a novembre, sono dovuti andare a chiedere aiuto al governo. La verità è che non sanno che pesci prendere e pagarne le conseguenze sono i liguri. Noi vogliamo che venga fatto un piano assunzionale delle diverse professioni sanitarie per poter rafforzare la sanità pubblica e dare risposte ai cittadini. Infine, Bucci che va a parlare con il governo della Liguria, non può fermarsi a riferire solo un elenco di questioni poste, ma è obbligato a entrare nel merito e riferire al consiglio cosa ha ottenuto da quell’incontro che ha anche portato alo spostamento del consiglio, diversamente, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, è una passerella. L’ennesima. Ed è pericoloso sentir dire che se uno ha la fortuna di non incontrare la mafia, quella persona può dire che la mafia non esiste. La mafia esiste ed è un fenomeno sempre più in crescita anche nella nostra regione. Non sottolineare questo, vuol dire dare maggiore forza al fenomeno”.
“Cosa resta di questo Programma di Governo? Non serve evocare la strumentalità nelle posizioni di una presunta “Liguria del no” al quale contrapporre la “Liguria del fare” per nascondere come questo programma e questa Giunta abbiano una visione che non è all’altezza della sfida storica che abbiamo di fronte – dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Simone D’Angelo – . Ci si trova a fare i conti con un disegno in cui esplodono nuove periferie sociali, generazionali, di genere. Una visione che ignora i principi di giustizia sociale e ambientale perseguiti in ogni distretto europeo avanzato, dove si costruisce sul costruito, dove si investe nel rammendare le periferie, dove si sviluppa la mobilità pubblica, dove la sanità universale e pubblica rappresenta un pilastro sociale. E silenzi preoccupanti sui giovani, sulle nuove povertà e sulla lotta alla mafia, che abbiamo sentito oggi in quest’aula dai banchi della maggioranza equiparata alla burocrazia. Quanto discusso oggi non è il Programma della Liguria del fare. È il Programma di una Liguria escludente e classista, la Liguria di Marco Bucci”.
“Dov’è la Genova migliore che Bucci dice di aver lasciato? – domanda il consigliere regionale del Partito Democratico Federico Romeo – La sua eredità è un Porto di Genova bloccato. In otto anni il centrodestra non è stato in grado di approvare un Piano Regolatore Portuale per la nuova Autorità di Sistema Portuale di Genova e Savona. Il porto di Sampierdarena è ostaggio dell’“incaponimento”sul trasferimento dei depositi chimici, una questione che è stata trasformata in un nodo irrisolvibile. Per non parlare del Terzo Valico, un’opera con cui la Val Polcevera ha accettato di convivere con i disagi dei lavori, ma se non sarà previsto il quadruplicamento ferroviario verso Milano sarà stato tutto inutile o quasi. Chiediamo a Bucci di venire nelle commissioni e spiegare come intende sbloccare tutte queste situazioni, perché questo modo di operare, basato sugli appalti senza pensare ai servizi, non funziona più”.
“In un mese di tempo dalle elezioni – aggiunge il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Ioculano – il presidente Bucci ha scelto di ripetere il programma presente sui depliant elettorali invece di fornire lo stato dell’arte della Liguria, punto di partenza e obiettivi finali. Manca soprattutto, vista la priorità che questo tema riveste nella quotidianità dei cittadini liguri – una visione politica chiara su come gestire la questione sanitaria, sia a livello regionale che nazionale. L’altra grande sfida che questo centrodestra continua ad evitare è quella di delineare chiaramente il modello sanitario del futuro. Durante la campagna elettorale, all’interno del centrodestra, sono emerse posizioni discordanti su Alisa: c’erano i sostenitori, i tiepidi e chi ha definito Alisa il “vulnus della sanità regionale”. È giunto il momento di prendere una posizione netta e chiara: che ruolo avrà Alisa? Sarà un’azienda? Un’agenzia? Un soggetto terzo di consulenza? E quale sarà il rapporto con il Dipartimento? Alisa era stata presentata come un organismo deputato al coordinamento e all’omogeneizzazione dei processi, ma non penso che abbia mai svolto questo ruolo. La nostra posizione è sempre stata chiara e ormai lo ripetiamo da tempo, per noi Alisa va chiusa”
“La Liguria – dichiara il consigliere regionale PD Roberto Arboscello – non ha bisogno di un sindaco o di un commissario, ma di un presidente in grado di governarla. Se si vuole un confronto, occorre spiegare, conoscere. Come per il caso della chiusura del ciclo rifiuti. Faremo un impianto di chiusura del ciclo ma oggi non si sa né dove, né come né quando. Ma come si può discutere, avere un confronto costruttivo se il livello di approfondimento durante l’illustrazione delle linee di programma è questo? Oppure l’agenzia regionale dei rifiuti che a un anno dalla sua costituzione e dalla nomina di un commissario retribuito non h prodotto nulla (a proposito di fare bene e veloci, motto tanto sbandierato da Bucci).
Mentre per l’industri l’unica cosa emersa è che “in Valbormida si possono mettere altre aziende”. Ora io potrei essere anche concettualmente d’accordo su questo punto essendo la Valbormida uno dei due territori ideali e disponibili per una reindustrializzazione. Ma sarebbe indispensabile sapere con quale strategia industriale e di sviluppo, quali tipi di aziende si pensa di portare, con quali modalità, che tipo di vocazione si vuole dare a quella valle, con quali strategie si pensa di portare le aziende. E invece il nulla. Queste sono le premesse di questa giunta e non ci rassicurano”
“Il presidente Bucci – dichiara la consigliera regionale del Partito Democratico Carola Baruzzo – ha detto che continuerà su quanto fatto in questi anni, perché quanto fatto è stato un successo, secondo lui, noi invece speriamo di no, perché su tutti i fronti è stato un fallimento. Sulla cultura, ad esempio, occorre una visione strategica e il coinvolgimento delle realtà che con la cultura vivono, non c’è cultura senza partecipazione. C’è la volontà di implementare le risorse destinate alla cultura, anche in funzione di una nuova vitalità degli operatori liguri? La discrezionalità è nemica del merito. C’è l’intenzione di mettere a disposizione dei territori periferici, risorse del fondo legge 21 (portato da Toti a oltre 2milioni di euro )? Oggi più del 90 per cento dei fondi sono concentrati su Genova, ma ci chiediamo se ci sia la volontà di ridistribuire le risorse tra i comuni che si fanno carico della programmazione culturale. Sul turismo, invece, servono politiche di sistema che riducano le distanze tra aree ed esperienze ad alto afflusso e aree a minore afflusso, creando valore economico, sociale e culturale. Questi alcuni dei temi su cui ci confronteremo con la Giunta Bucci e su cui chiediamo interventi chiari e netti”
“Il Presidente Bucci decanta in maniera quasi ossessiva la velocità, ebbene occorre accelerare l’iter per la dichiarazione dello stato di emergenza per gli eventi alluvionali di settembre e ottobre ’24 poiché i numerosi Comuni coinvolti vedono un’esposizione finanziaria stellare per affrontare gli interventi indifferibili e urgenti per sanare le ferite sul territorio o eliminare gravi pericoli per l’incolumità dei Cittadini – dichiara la consigliere regionale del Partito Democratico Katia Piccardo – . Ancora una volta il maltempo ha messo in ginocchio la nostra Regione che si caratterizza per una fragilità devastante (oltre 860.000 Liguri vivono in una zona ritenuta a medio o alto rischio idrogeologico). Sono intervenuta in Consiglio anche per sollecitare l’impegno della Giunta regionale a investire maggiori risorse per la manutenzione ordinaria che può mettere i territori al riparo dai disastri. Possiamo e dobbiamo intervenire sempre più anche in tempo di pace, non solo all’indomani delle emergenze. Massima attenzione va dedicata anche al trasporto su ferro e su gomma, indispensabili per studenti, lavoratori, imprese. Il personale va messo nelle condizioni di poter lavorare in sicurezza, le aggressioni di questi ultimi giorni lo impongono ancora di più. Non è accettabile rischiare la vita sul luogo di lavoro, il personale va tutelato”.