Sanità: Restart Liguria? Semmai Default Liguria!

Sanità, Gruppo PD: “Toti aveva promesso il ‘Restart Liguria’, ma sta portando il sistema sanitario pubblico al ‘default Liguria’ ”

“Il buco di bilancio della sanità non c’è, non ci sarà e non c’è mai stato”, così dichiarava Toti meno di 3 mesi fa. Poi a dicembre invece staccava un assegno da 35 milioni di euro per coprire il buco 2022. E ora sui giornali appaiono ricostruzioni non smentite di riunioni d’emergenza con tanto di scaricabarile sui direttori generali da lui appena riconfermati in merito alle responsabilità di un nuovo buco di oltre 140 milioni di euro nel 2023; con l’annuncio di tagli ai servizi per 70 milioni e l’arrivo di una nuova società di consulenza esterna per “razionalizzare” il tutto ed evitare il commissariamento. Dal “restart Liguria” Toti sta portando la sanità pubblica al “default Liguria”, dichiara il capogruppo del Partito Democratico in Regione Luca Garibaldi.

“Prendiamo atto che la Giunta e la maggioranza ora discutano di quel disavanzo che fino a poco fa negavano esistesse e annunciano “piani di rientro” e nuove soluzioni emergenziali, per evitare il disastro. Il vero disastro però è alla fonte, cioè le politiche sanitarie di Toti, che non sono state in grado di garantire i servizi nella sanità pubblica: ha investito 60milioni di euro per abbattere le liste d’attesa, ma nel 2023 sono 850mila le prestazioni in più da affrontare. La mobilità passiva costa alla Regione 70milioni di euro quando nel 2016 era di 60 milioni (altro che miglioramento). Aumentano le liste d’attesa, manca il personale, aumenta la mobilità. E nel futuro il quadro è ancora più critico: che fine faranno i 50 milioni annunciati per le liste d’attesa, se si annunciano tagli per oltre 70 milioni? In otto anni nessun ospedale promesso da Toti è stato realizzato, con interi reparti ormai, mantenuti con il ricorso con personale a gettone. Senza risorse le ASL come li realizzeranno gli investimenti?  Ora si annunciano tagli: quali altri servizi saranno colpiti? Si colpirà la medicina territoriale? La salute mentale? La neuropsichiatria infantile? O dovremo assistere a un blocco delle assunzioni per dover ripianare un bilancio mandato in ‘dissesto’ dalla Giunta Toti?”, si domanda il capogruppo PD.

“Per carità di patria, si dovrebbe chiudere per manifesta indegnità Alisa, un carrozzone con un bilancio di 400 milioni di euro che doveva “coordinare” le aziende e razionalizzare la spesa sanitaria, e che ha pienamente fallito nel suo ruolo. Tant’è che ora si annunciano le ennesime consulenze esterne, con i tagli lineari ai bilanci delle aziende. È chiaro ormai che siamo di fronte a una situazione gravissima, sulla quale occorre chiarezza in tutte le sedi e non stucchevoli scarichi di responsabilità, ma che rappresenta la prova del fallimento completo di Toti e della sua gestione della sanità, sia per i conti fuori controllo sia per i servizi sempre più carenti, nonostante l’aumento del debito”, conclude Garibaldi.

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