Terzo Valico, ma Bucci di cosa è andato a parlare con Meloni?

Terzo Valico, D’Angelo (PD): “Ma Bucci di cosa è andato a parlare con Meloni? A quanto pare non delle infrastrutture liguri. Presenterò interrogazione e chiederò Commissione”
Sotto l’albero di Natale i genovesi – oltre al caos autostradale e rincari sui biglietti dei treni – hanno trovato l’ennesimo annuncio del Presidente Bucci: «Con il Terzo Valico nel 2026 Genova-Milano in un’ora e qualche minuto».
E poco importa che, nel tentativo di arginare le roboanti sparate elettorali del trio Bucci-Piciocchi-Rixi, RFI avesse già chiarito che «l’obiettivo per finire i lavori del primo binario era il 2026» a seguito dei quali si sarebbe proceduto con prove e collaudi. E poco importa che la stessa RFI avesse messo in chiaro che a gravare su nuovi ritardi «oltre alle note problematiche geo-meccaniche e alla presenza di amianto ci fosse la presenza di gas riscontrato nel cantiere di Vallemme» che richiedeva nuovi approfondimenti senza i quali non sarebbe stato possibile capire le modalità di avanzamento del cantiere, oltre ai tempi di realizzazione.Parole allarmanti, per i genovesi e per i lavoratori impegnati nei cantieri. Alle quali oggi fa seguito una nuova incredibile novità. Dopo aver sostituito le frese per tornare a scavare in galleria con mazza e piccone, riportando i lavoratori a surreali modalità dell’800, i cantieri potrebbero fermarsi a gennaio a causa dei tagli del governo Meloni-Salvini.
Alle frottole sul Terzo Valico ormai eravamo abituati da tempo. Difficile dimenticare il viaggio sperimentale sul treno veloce Genova-Milano nel dicembre 2015, con a bordo Toti, Rixi e mezza giunta regionale. «Genova-Milano in meno di un’ora entro i successivi 18 mesi», promisero. Di mesi ne sono passati 108 e stiamo ancora aspettando.
Ma in questa situazione assurda viene da chiedersi cosa il Presidente Bucci nel suo incontro di qualche settimana fa con la Presidente Meloni abbia chiesto e ottenuto. A quanto pare nulla. Chiederò la convocazione di una Commissione regionale sul tema e presenterò un’interrogazione urgente per avere risposte dalla Giunta.
In questo quadro disastroso, sconcerta il totale silenzio del vicesindaco Piciocchi che, ormai inseparabile dalla fascia tricolore indossata in ogni occasione utile per la classica photo-opportunity, appare più impegnato a difendere il taglio di 13 milioni di euro dalla riqualificazione della Valpolcevera voluto da Meloni e Salvini che i cittadini genovesi.
Al vicesindaco reggente suggeriamo di prendere un treno e andare a Roma a protestare.
Ai genovesi non serve un candidato in pecore della destra muto, in attesa di ricevere l’agognata benedizione alla propria candidatura da parte di Meloni e Salvini. Serve un sindaco che alzi la voce a tuteli gli interessi della città. Se il prezzo della candidatura di Piciocchi è il suo silenzio verso i danni causati da Meloni e Salvini a Genova, questo prezzo non può essere pagato dai cittadini genovesi.
Simone D’Angelo consigliere regionale PD e segretario metropolitano PD Genova in merito alla mancata proroga del decreto Asset che rischia di bloccare i lavori del Terzo valico

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